L’alopecia androgenetica, chiamata comunemente “calvizie”, è una condizione cronica, geneticamente determinata, caratterizzata dalla progressiva involuzione in miniaturizzazione dei follicoli piliferi del cuoio capelluto e dei capelli che ne derivano. La causa è dovuta all’effetto combinato della predisposizione genetica e dell’azione degli androgeni sui follicoli piliferi del cuoio capelluto.
La caduta è localizzata in precise aree del capo e può variare da un diradamento temporale bilaterale, con un progressivo arretramento della linea di inserzione dei capelli, con apertura degli angoli fronto-parietali (che nell’uomo è fisiologico in una certa misura; va infatti distinta l’alopecia fronto-parietale fisiologica, cioè la caratteristica linea frontale maschile a forma di M ), fino a uno sfoltimento del vertice (“chierica”), fino alla caduta di tutti i capelli tranne quelli lungo il margine occipitale e temporale, la cosiddetta “calvizie a corona”. Quindi, si diventa calvi solo se in famiglia ci sono dei calvi fra i nostri ascendenti (in particolare il padre e il nonno materno sono le figure che più influiscono geneticamente sulla possibilità che un ragazzo sviluppi un’alopecia androgenetica). Oltre all’ereditarietà, deve esserci l’azione degli ormoni maschili (il testosterone, o meglio il suo metabolita più attivo, il di-idro-testosterone, DHT), che spingono il capello in telogen, cioè ad accorciare sempre di più il suo ciclo, fino a farlo assomigliare a quello di un pelo; il capello, cioè, invece, di vivere alcuni anni, accorcia la sua vita a pochi mesi: questo processo si chiama miniaturizzazione, poiché avviene un accorciamento del ciclo, per cui i capelli si trasformano progressivamente in fine peluria fino a scomparire. Il grado e l’entità della miniaturizzazione sono indici della aggressività dell’alopecia androgenetica.
Alopecia androgenetica – Le classificazioni
James Hamilton, negli anni ’50, classificò i tipi di calvizie basandosi sul grado di recessione fronto-parietale e frontale e sul diradamento del vertice:
- stadio I: arretramento simmetrico fronto-parietale con eventuale e successivo arretramento della linea frontale; non rappresenta, come già detto, un preludio obbligatorio alla calvizie
- stadio II: accentuazione dello stadio I con leggeero arretramento della linea frontale e diradamento del vertice
- stadio III: le due aree alopeciche, anteriore e posteriore, tendono a confluire e persiste solo una sottile striscia di capelli
- stadio IV: alopecia definita fronto-parietale e del vertice con permanenza di una alta “corona” di capelli nella zona temporo-occipitale
- stadio V: come il IV ma con una “corona” residua di ridotte dimensioni
O’Tar Norwood, più di 25 anni dopo, perfezionò e completò questa classificazione. Benché la densità dei capelli tenda a diminuire con l’età secondo uno schema noto, è difficile predire quale tipo di alopecia assumerà alla fine un ragazzo che presenta un’iniziale androgenetica. In generale, nei soggetti che cominciano a perdere capelli prima dei 20 anni l’alopecia progredirà maggiormente (androgenetica ad evoluzione rapida). In alcuni maschi la caduta dei capelli può insorgere anche tardivamente (androgenetica ad evoluzione lenta) al termine della terza o durante la quarta decade di vita.