L’autotrapianto chirurgico è la terapia chirurgica dell’alopecia androgenetica, ormai consolidata da vari decenni, che consiste nell’asportazione di follicoli piliferi dalla zona nucale del paziente e nel loro innesto nelle zone ormai prive di capelli, sfruttando un’ insensibilità genetica dei capelli trapiantati, in quanto privi di recettori per gli androgeni, cioè salvi dall’azione che il testosterone svolge in direzione della miniaturizzazione.
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Le preparazioni galeniche sono soluzioni che vengono preparate dal farmacista; quelle per uso tricologico sono soluzioni alcoliche molto stabili che non hanno una scadenza definitiva; la farmacia che prepara la soluzione è comunque sempre tenuta ad indicare, sulla confezione, una data di scadenza.
Le alopecie cicatriziali sono una serie di condizioni che si caratterizzano per una riduzione quantitativa dei capelli in seguito alla distruzione delle cellule staminali del follicolo pilifero in maniera irreversibile.
L’alopecia areata, o area Celsi, è una manifestazione a componente autoimmunitaria che si presenta sotto forma di una o più chiazze senza alcun pelo. Queste chiazze sono di solito rotondeggianti, della grandezza di una moneta e si risolvono, tranne eccezioni, spontaneamente.
È chiamata comunemente “calvizie” ed è una condizione cronica, geneticamente determinata, caratterizzata dalla progressiva involuzione in miniaturizzazione dei follicoli piliferi del cuoio capelluto e dei capelli che ne derivano. La causa è dovuta all’effetto combinato della predisposizione genetica e dell’azione degli androgeni sui follicoli piliferi del cuoio capelluto.
L’alopecia estrone carenziale è una patologia descritta relativamente da poco, spesso confusa con un’alopecia androgenetica. Infatti, se il diradamento colpisce alcune aree del cuoio capelluto, in realtà le cause, le manifestazioni cliniche, dermatoscopiche e microscopiche sono molto differenti.
Per effluvio si intende l caduta di alcune centinaia, talvolta migliaia, di capelli al giorno, tutti nella stessa fase (telogen, catagen, anagen): si tratta di un evento tanto comune quanto impressionante ma generalmente benigno, autolimitato e reversibile. Non c’è mai atrofia, quindi perdita, dell’annesso pilifero né della cute.
Lo stadio telogen rappresenta la fase di riposo. Il capello ha finito la sua vita: può essere ancora presente nel follicolo oppure essere già stato espulso. Il follicolo è rudimentale e rimpicciolito. Il periodo telogen, che coinvolge solo il 10% dei capelli, corrisponde ad una specie di letargo del capello, in attesa di riprendere l’attività replicativa. Ovviamente i capelli in telogen, privi di guaine, possono essere facilmente asportati (senza dolore!) se si esercita una trazione anche modesta.
Lo stadio catagen è la fase di progressivo arresto delle varie funzioni vitali. Inizia con l’arresto dell’attività replicativa, e in seguito la matrice degenera, le guaine scompaiono; contemporaneamente il capello produce attivamente estrone cortisone e glicogeno, segnali chimici ormonali fondamentali per la crescita del nuovo capello.
Lo stadio anagen costituisce la fase di crescita del capello; è suddiviso a sua volta in 6 o 7 sottofasi che iniziano con l’avvio dell’attività di replicazione delle cellule. Il periodo anagen dura in media 2-4 anni nell’uomo e 3-7 anni nella donna. Questo capello, ben ancorato con le sue guaine, può essere asportato solo esercitando una forte trazione.
Alla luce di tutti gli esami effettuati, viene decisa la terapia che è personalizzata, su misura al paziente. La terapia scelta può essere medica o chirurgica.
La microscopia in luce polarizzata consiste nell’osservazione microscopica, con una particolare luce incidente, dell’intero capello estratto dal cuoio capelluto. E’ una tecnica relativamente nuova e non molto praticata tra chi si occupa di problematiche tricologiche.
La videodermatoscopia è una tecnica non invasiva di esame microscopico “in vivo”, in cui il cuoio capelluto è illuminato da raggi di luce incidenti obliquamente. Per mezzo di un dispositivo ottico di ingrandimento, l’osservatore discerne una proiezione bidimensionale del cuoio capelluto e del capello stesso, evidenziandone eventuali irritazioni, desquamazioni o anomalie strutturali e/o dimensionali del capello. E’ un mezzo molto utile per il medico perché si osservano in maniera dettagliata le caratteristiche del fusto, le sue dimensioni e il suo aspetto, con la possibilità di archiviare l’immagine e confrontarla con le immagini acquisite successivamente.
Quando il paziente si reca presso il nostro studio per una visita tricologica, viene creato un vero e proprio “book” fotografico, completo di riprese in precise angolazioni e lati del cuoio capelluto. Questo si propone l’obiettivo di migliorare la qualità della percezione soggettiva delle immagini, nonché di permettere la quantificazione oggettiva di parametri come la sorveglianza del paziente nella sua evoluzione nel tempo, la valutazione dinamica della ricrescita dei capelli in corso di terapia a distanza di intervalli di tempo che spesso non permettono al paziente di ricordare con precisione i cambiamenti avvenuti.
La struttura che dà origine al capello è il follicolo pilifero, all’interno del quale distinguiamo: la radice, il bulbo, la matrice.
Un rapporto di fiducia e chiarezza tra medico e paziente è la base fondamentale per affrontare con successo un problema tricologico. La prima cosa da fare è conoscere il paziente, la sua storia, familiare e personale, la sua situazione attuale, la sua condizione di salute, il suo stile di vita.