Cos’è il PRP e come viene utilizzato in tricologia

Cos’è il PRP e come viene utilizzato in tricologia

Cos’è il PRP e come viene utilizzato in tricologia

Di 3 Dicembre 2013

PRP è acronimo di Plasma Ricco in Piastrine: un concentrato piastrinico ottenuto dalla centrifugazione del sangue prelevato, che in seguito ad un processo di de-granulazione, rilascia importanti biomolecole.

I granuli contenuti nelle piastrine sono infatti una ricca fonte di fattori di crescita, di citochine e di chemochine importanti per la rigenerazione e la riparazione del tessuto poiché deputati alla regolazione della crescita, differenziamento e proliferazione cellulare.

Il PRP è utilizzato da tempo in diversi campi, tra cui quello odontoiatrico e ortopedico, per le sue proprietà rigenerative e di guarigione delle ferite.

PRP In tricologia :

  • miglioramento del ciclo follicolare
  • aumento dei diametri
  • miglioramento della qualità dei capelli e del cuoio capelluto.

Tuttavia è da sottolineare che tale metodica non ha un campo di applicazione così vasto come gli si vuole attribuire, ma ha delle indicazioni e delle limitazioni ben precise:

  • è necessaria una giusta e precisa diagnosi con esami strumentali e laboratoristici sempre più specifici.
  • è necessaria un’accurata selezione del paziente.

Ne risulta che il PRP è una tecnica che va scelta, indicata ed eseguita con giusta cognizione di causa.

Queste considerazioni diventano prioritarie oggi , che il PRP viene proposto ed eseguito ad una vasta gamma di pazienti , e che portano spesso a risultati deludenti.

Procedura:

Si tratta di una metodica ambulatoriale che richiede circa 30-45 minuti. La seduta inizia con il prelievo di 5-6 ml di sangue venoso. Le provette vengono immesse in una centrifuga che, in pochi minuti, separa le componenti del sangue e permette di ottenere una massa gelatinosa, il plasma ricco di piastrine (PRP), fonte di fattori di crescita.

La soluzione ottenuta viene iniettata sul cuoio capelluto , per poi procedere al massaggio che ne favorisce la distribuzione;

  • non è richiesta convalescenza
  • il paziente può riprendere immediatamente le attività abituali
  • la procedura si ripete dopo 2-3 mesi per un totale di 3 volte
  • da ripetere eventualmente a distanza di un anno

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